‘Lo costruì Marco Agrippa’, questo significa la scritta latina sopra l’ingresso. Il fondatore del tempio fu il console Agrippa che lo fece costruire nel 25 a.C. ma l’edificio di oggi è della mano dell’imperatore Adriano che lo ricostruì dai resti incendiati. Ed era Adriano che mise l’iscrizione sull’ingresso.
Adriano fu imperatore romano ma anche architetto e il pantheon attuale ha resistito perfettamente fino ai giorni nostri a terremoti, tempeste e guerre. Particolare è la posizione: secondo la leggenda si trova esattamente dove Romolo, il fondatore di Roma, alla sua morte fu afferrato da un’aquila e portato in cielo fra gli dei. Particolare è il nome: Pantheon dal greco ‘pan’ che significa tutto e ‘theon’ divino e il nome vuole dire tempio degli dei. Particolare è la costruzione: l’ingresso squadrato, tipico dei templi greci e la costruzione romana, tonda con la cupola.
L’ingresso è ornato da 16 colonne e nelle nicchie si trovarono statue di Adriano e di Agrippa. All’interno si vedono sette nicchie con affreschi e tombe. Particolare è la sua storia: eretto da Adriano, è arrivata praticamente intatto al 21° secolo. Probabilmente anche perché nel 608, dopo la caduta dell’Impero Romana, fu ceduto al papa che lo consacrò come chiesa cristiana. In questo modo salvò l’edificio da una fine certa, visto che i predoni avevano già asportato tutto il possibile.
Particolare è l’interno: la cupola non è chiusa ma ha un’apertura di 9 metri. Anche se, guardando in l’alto, sembra un foro piccolo. La base della cupola è più spesso e pesante rispetto alla parte alta. Dal basso fino alla cima, sono stati utilizzati materiali sempre più leggeri. La cupola è aperta per una ragione tecnica: chiudendola completamente cadrebbe per il peso, ma anche per altre.
Una ragione simbolica: il foro è l’apertura di comunicazione diretta con gli dei. Una scientifica: è l’unica fonte di luce naturale e facilitava di notte gli studi di astronomia.